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Gregorio Blog
Credo fermamente che la vera utopia sia pensare, come umanità, di poter sopravvivere all’attuale modo di produrre e consumare.
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Il momento è adesso
GuerraIl momento è adessoGuerra. La portaerei Cavour è pronta a recarsi negli Stati Uniti a caricare gli F35. Fermiamola Dopo intensi lavori di adeguamento...

I libri con l’editore KappaVu
Descrizione
Un sindacalista, uno storico, un geografo, un fisico, due giornalisti, un’ex lavoratrice del comparto militare industriale, un amministratore locale toccano in questo lavoro collettivo i vari aspetti che compongono il mosaico della guerra permanente: la storia dell’atlantismo, la disinformazione mirata, gli eserciti professionali, le nuove dottrine della Nato, l’espansione delle istallazioni strategiche statunitensi in Italia, lo stato di fatto del nucleare militare e delle industrie d’armi. Il quadro che emerge permette al lettore di farsi un’idea chiara della complessità e dell’estrema pericolosità dei tempi che stiamo vivendo. In un contesto mondiale dominato dalle superpotenze e da una corsa agli armamenti che procede a gonfie vele, le implicazioni per l’Italia sono tanto determinanti quanto ignorate dai media mainstream e dall’alta politica. La crisi ucraina è l’ennesima tappa di un percorso di guerra iniziato con il dissolvimento dell’Unione sovietica venticinque anni fa. Oggi la Nato è arrivata alla fine della sua direttrice verso est per spingersi oltre il limite sostenibile per la Russia. In questo disastroso gioco delle parti, l’Italia è ancora pesantemente schierata.
ISBN | 9788897705444 |
ANNO | 2014 |
PAGINE | 152 |
FORMATO (cm) |
14 x 21 |
LINGUA | Italiano |
Descrizione
Questo lavoro collettivo intende proseguire il progetto di ricerca avviato con Se dici guerra (ed. KappaVu, 2014) ponendo l’accento sugli sviluppi dei vari aspetti che compongono il più spregiudicato processo produttivo globale: la guerra. Industria, governi, alti vertici militari e media mainstream stanno consolidando un modello di belligeranza privatizzato basato sulla “professionalità” e su narrazioni capovolte che vedono l’occidente “civile e democratico” obbligato a difendersi da minacce che assumono caratteristiche sempre più asimmetriche e ibride. Questo nuovo approccio comunicativo post ’89 è servito a mascherare il rilancio dei fatturati dell’industria di riferimento in crisi dopo il collasso del Patto di Varsavia e a restituire senso alla Nato, un’alleanza militare divenuta repentinamente obsoleta e fuori tempo.
Per giustificare l’ultimo ventennio di guerre sono state invocate dall’occidente diverse ragioni: intervento di polizia internazionale, intervento umanitario, difesa preventiva contro inesistenti minacce di distruzione di massa, lotta al terrorismo.
Come un rullo compressore i governi implicati in questa fase belligerante hanno asfaltato il diritto internazionale occupando, al medesimo tempo, la quasi totalità del mercato mondiale degli armamenti. Sullo sfondo di questo processo neocoloniale, il Libro bianco della difesa prodotto dal governo Renzi invoca costantemente la tutela dei cosiddetti “interessi nazionali”.
Difficile comprendere, per un paese come l’Italia, a quali interessi corrisponda l’aver destabilizzato tutto il proprio vicinato, dai Balcani alla Siria, passando per Iraq e Libia; ma soprattutto a quali interessi corrisponda il rilancio di una nuova guerra fredda contro la Russia e la perdurante cessione di sovranità a favore di basi strategiche statunitensi/Nato. I differenti approcci analitici raccolti in questo lavoro servono ad avvicinarsi al cuore della questione, stracciando quell’involucro di menzogne, neologismi e narrazioni a cui l’ufficialità belligerante ci ha abituati e presentando suggestioni e modelli alternativi e concreti di relazioni internazionali e gestione delle forze armate.
ISBN | 9788897705741 |
ANNO | 2016 |
PAGINE | 191 |
FORMATO (cm) |
e-book |
LINGUA | Italiano |
RECENSIONE MONDE DIPLOMATIQUE – Massimo Rondine – febbraio 2017
RECENSIONE PAGINAUNO N.52 – aprile/maggio 2017
I salari sono bloccati, il carovita galoppa, la crisi sociale morde ovunque e Ursula Von Der Leyden nel suo discorso sullo stato dell’Unione ha inserito tra le priorità l’esenzione Iva per il commercio di armamenti tra i Paesi comunitari.
Gongola Roberta Pinotti (PD) che quando era ministro della Difesa propose questa misura per sostenere le industrie belliche europee nel quadro della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO).
La così detta “Difesa europea” è l’ennesimo raggiro per drenare miliardi di euro dalle cose che contano.
Servono risorse per la sanità pubblica, per la scuola, per i trasporti, per il reddito.
Ridurre le spese militari
Cambiare modello di Difesa
Uscire dalla Nato.
Rifondazione Comunista –
Sinistra Europea
