industria bellica

La “maledizione” di Leonardo

Industria bellica. Profumo, con buona probabilità, non vedrà messa in discussione la sua attuale carica dal Cda della principale industria bellica di bandiera, anche perché nel frattempo è stato nominato presidente della potente e prestigiosa Associazione europea delle industrie dell’aerospazio e difesa.

Sembra che essere nominati alla prestigiosa carica di amministratore delegato della industria bellica di bandiera porti davvero sfortuna rispetto alle pendenze giudiziarie pregresse.

Alessandro Profumo è stato infatti raggiunto da un giudizio in primo grado della seconda sezione del tribunale di Milano: sei anni di reclusione e di 2,5 milioni di multa per aggiotaggio e false comunicazioni sociali al tempo in cui era presidente di Monte dei Paschi.

Le pene accessorie che prevedono cinque anni di interdizione dei pubblici uffici e due anni di interdizione dalla contrattazione con la pubblica amministrazione e dalla rappresentanza delle società non avranno effetto immediato in quanto si tratta di una sentenza di primo grado.

L’amministratore delegato di Leonardo, di fronte alla condanna dimostra un misto di stupore e serenità: “Credo di aver sempre operato per il bene delle aziende per cui ho lavorato. Pertanto sono davvero sorpreso dalla sentenza del Tribunale di Milano (…) Con questa serena convinzione e nella più totale fiducia nell’operato della magistratura ricorrerò in appello per vedere riconosciuti gli sforzi profusi durante il mio impegno in Mps”.

La serenità di Profumo è in effetti ben riposta. Il suo predecessore alla guida di Leonardo Mauro Moretti, in concomitanza con la presentazione del piano industriale, nel gennaio 2017 venne raggiunto dalla sentenza del tribunale di Lucca che lo condannava a 7 anni di reclusione per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009 che costò la vita a 32 persone. Moretti, prima di essere catapultato da Renzi alla guida di Leonardo era infatti amministratore delegato di Fs e Rete Ferroviaria Italiana.

Nonostante l’estrema gravità della sentenza, definita “populista” dal suo avvocato, Moretti incassò immediatamente la conferma della sua carica dal Cda di Leonardo e non si dimise; ma a maggio, suo malgrado, Gentiloni, Padoan e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo rimossero dall’incarico per sostituirlo con il banchiere Alessandro Profumo. Il Cda di Leonardo congedò Moretti con una buona uscita di oltre nove milioni di euro.

Profumo, con buona probabilità, non vedrà messa in discussione la sua attuale carica dal Cda della principale industria bellica di bandiera, anche perché nel frattempo è stato nominato presidente della potente e prestigiosa Associazione europea delle industrie dell’aerospazio e difesa. Carica quest’ultima che, nell’oramai consolidato rapporto simbiotico tra ministero della Difesa e industria militare, è considerata a tutti gli effetti una sorta di ambasceria ufficiale del Paese.

Resta da vedere cosa ne pensano i 5stelle, componente determinante del governo Conte bis, da sempre animati da una spiccata propensione al giustizialismo e che proprio sullo scandalo Mps chiesero ed ottennero una Commissione d’inchiesta parlamentare da loro presieduta…

Potrebbe succedere che i pentastellati, in uno slancio di coerenza rispetto ad uno dei propri pilastri ideologici, facciano pressioni sul governo affinché rimuova Profumo dal suo incarico, come fu per Moretti. Ma considerato il livello molto basso del “termometro della coerenza” rispetto alle promesse elettorali del Movimento e considerato il “peso” di Profumo è molto probabile che non ci saranno terremoti.

Una sola cosa è certa: comunque vadano le cose, qualsiasi siano le responsabilità, ai top manager un buon paracadute milionario non la ha mai negato nessuno. La “serenità” per chi dirige asset strategici, a prescindere da quale sia l’esito della direzione intrapresa, è diventato da molto tempo uno stato di natura. 

 
Gregorio Piccin 

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